giovedì 7 aprile 2016

Primo inontro con l'Oriente nella città degli Angeli

Avevo più o meno l'età di mia figlia maggiore quando espressi, per la prima volta, il desiderio di andare in oriente. Poi, scelte, occasioni e figlie mi hanno sempre portato altrove. Finalmente quest'anno una serie di coincidenze favorevoli hanno esaudito un piccolo desiderio. Un viaggio iniziato tanto prima, programmato, studiato e atteso. Consumato in pochissimi giorni, un assaggio di cultura orientale che tanto mi appassiona.
Dopo mesi di appunti, letture e piacevoli chiacchere con la mia famiglia, abbiamo preso quel lungo volo in compagnia di qualche farfalla nello stomaco.

Il nostro incontro con il sud est asiatico è iniziato nell'isola di Phuket di cui vi racconterò più avanti, 5 giorni di mare, sole, cucina thai e primi incontri con questa cultura così diversa dalla nostra.
Dopo il nostro soggiorno nell'isola è stata la volta di Bangkok, questa città più volte raccontata.

Una capitale diversa da tutte le altre viste fino ad ora. Una città dall'impatto forte, non un amore a prima vista ma un attrazione che cresce con lo stare insieme.

Bangkok è quella città dove il traffico stordisce anche noi romani, quel traffico che segna le arterie della città ad ogni ora del giorno. Quel traffico che puoi guardare dall'alto delle sopraelevate dello sky train, contando i taxi colorati come facevano le mie figlie.

E' quella città dai forti odori, una grande cucina all'aria aperta, dove l'umidità e lo smog imprigionano i fumi dei carretti dello street food e li mantengono presenti ad ogni angolo della strada. Un mercato continuo dove perdersi e stupirsi. Un movimento incessante che ti avvolge e ti cattura. Non smetteresti mai di fotografare perchè quelle persone, sorridenti ed impegnate in cose che non conosci, vuoi portarle a casa con te. Vuoi sapere, capire ed imparare dai loro gesti e dai loro atteggiamenti, atteggiamenti nei quali noi "farang" vorremmo entrare.



E la città dei tuk tuk che sfrecciano folli in ogni spazio libero sempre pieni di amuleti, statuine e corone di fiori.
E' la città delle contrattazioni, il prezzo è sempre da negoziare e concordare come fosse un rito pre acquisto.
E' la città dai mille volti e dai forti contrasti. Angoli di pace e tranquillità compaiono inaspettati a smorzare il frastuono. Il tram tram della gente sulla  metro si contrappone all'andare lento delle barche sul fiume.
I colorati tetti delle pagode fanno capolino tra gli alti grattaceli mentre i palazzi moderni fanno ombra a case fatiscenti e diroccate.
La spiritualità e la superstizione viaggiano insieme come fossero vecchie amiche.


Bangkok, la chiamano  la città degli angeli, ma non sempre, questo nome, gli calza a pennello. Quei tanti cavi volanti, quei fitti grovigli elettrici tra te e il cielo ti fanno pensare alle brutture e alla scarsa sicurezza. Le gocce di sudore che colano lungo la schiena dopo due metri di strada e si ghiacciano all'aria condizionata sparata senza limiti in ogni posto chiuso la fanno apparire una città faticosa.  Quando l'olfatto si satura di forte puzzo in alcuni angoli della città pensi che vorresti essere altrove.



Non ho mai avuto voglia, fino ad ora  di tornare in un posto dove sono stata, Bangkok ha fatto la differenza, sono andata via con il desiderio di tornare. Ho ancora voglia di scontrarmi con nuovi aspetti di questa città. Ho ancora voglia di ascoltare i racconti di questa gente, anche quella non  sorridente, attraverso il loro fare. Ho ancora voglia di essere ringraziata con un inchino a mani giunte per aver scattato una foto.
Ci vediamo presto Bangkok!