lunedì 15 settembre 2014

Dubbi di mamma in crescita.

Ultimamente con il crescere delle mie figlie (la primogenita più della seconda) mi trovo spesso a pensare quali cose hanno la priorità nella loro educazione.
L'insegnamento lo regali con l'esempio su questo non ci piove ma quando crescono c'è bisogno anche di tante parole, parole che verranno metabolizzate in seguito perchè difficilmente si dice "certo mamma hai ragione".
Mi ricordo quando riflettendo sulla loro autonomia valutavo gli errori fatti in passato. Stavolta gioco d'anticipo, almeno con i pensieri, chissà che qualche errore non lo risparmi a loro e a me.

E' il momento dei problemi relazionali: liti tra amiche, aspettative e delusioni. Il volersi affermare e imporre. Io mi chiedo, come al solito, quale sia il limite tra l'intervenire e il lasciar gestire.
Mi rendo conto che questo è il momento in cui l'amicizia assume un ruolo fondamentale. Lo stretto legame con i tuoi coetanei ti da perfino il coraggio per lanciarti in cose che non ti appartengono.

Mi ricordo della mia di adolescenza e di quanto era vitale avere rapporti vissuti con intensità, rapporti che amavo scegliere da sola, naturalmente. Mi ricordo anche che questi rapporti intensi provocavano facilmente gelosia e incomprensioni. Sono quelle gelosie e quelle incomprensioni che mi fanno riflettere oggi. Quell'essere possessivi fuori misura, innescando meccanismi nocivi. Quell'inutile bisogno di compiacere, senza ancora sapere che l'importante è compiacersi. Mi chiedo spesso quale siano le parole migliori per insegnare senza uniformare. Quanto va negoziato e quanto imposto.

Vorrei poter regalare alla mie figlie la certezza che possono sempre contare su di me ad ogni loro cedimento emotivo, senza turbarle con le domande, aiutandole ad esprimere i loro bisogni e seguire i loro desideri.

C'è da dire però che quando sono piccoli si pensa molto di più al presente, non ti preoccupi se il tuo insegnamento sia o no per il loro futuro ma pensi a fermare un atteggiamento sbagliato in quel momento.  Ora invece mi capita spesso di riflettere sul mio insegnamento a lungo temine. L'essere genitore ti fa ripercorrere alcune tappe della vita e ti fa aprire quei cassetti che non ricordavi di avere e pensi quanto la tua esperienza ti abbia insegnato per poter vivere le tue esperienze da adulta.

Poco tempo fa leggevo un articolo che diceva che i genitori intervengono troppo o troppo in fretta. Per paura dei fallimenti e sofferenze dei loro figli, tendono a spianare loro la strada privandoli di una fase importante, quella della sperimentazione diretta. Affrontare le avversità li renderà forti lungo il percorso della loro crescita. Per questo motivo mi chiedo se sia meglio intervenire con le nostre lunghe chiacchierate (che io amo) risolvendo il momento oppure aspettare che quel momento sia lezione di vita.

Chissà se molte delusioni me le sono risparmiate con il bagaglio del "ci sono passata e so cosa non deve ripetersi" oppure semplicemente vivendo accanto ad un esempio forte e chiaro. Io non ero una che amava parlare da piccola anzi non mi piaceva affatto confidarmi e confrontarmi quando qualcosa mi turbava. Quando, ironia della sorte, tutto questo si ripete con mia figlia mi chiedo sempre se sia meglio trovare la strada del dialogo o aspettare il momento giusto per offrirgli un esempio da valutare e magari da seguire.

Ora, da adulta, cerco di condividere con loro le mie esperienze importanti non solo per incrementare i legami emotivi che ci uniscono ma per dar modo a loro di valutare l'importanza delle scelte, del rispetto e del confrontarsi. Credo che non finirò mai di interrogarmi sul mio ruolo di mamma, succede anche a voi?




23 commenti:

  1. Chissà se c'è la ricetta perfetta... Io ho sempre cercato di non intervenire platealmente. Me ne sto all'erta ma defilata. Ogni tanto magari inizio a parlare di qualcosa che è successo a me, così tipo aneddoto, e allora mia figlia magari interviene ed inizia ad aprirsi. Altre volte per fortuna è proprio lei che mi domanda consigli e si confida. Ho lavorato molto fin da subito sul dialogo, sul fatto di essere sempre preparata sugli argomenti che le interessavano in modo che non potesse comportarsi come me alla sua età, che non parlavo mai con mia madre perchè tanto non si informava mai di nulla che mi riguardasse. Sono sempre stata sintonizzata sugli interessi dei bambini e ora degli adolescenti mano a mano che cresceva. Voglio dire: sapevo a memoria il nome e le caratteristiche dei primi 150 Pokemon! Ho passato tutte le fasi, tutte le mode, mi sono "sbattuta" un sacco ma ne è valsa la pena. Ora, per esempio, so tutte le dinamiche dei gruppi di WhatsUp, il gergo, il modo di ballare, Ask.fm, tecniche e costumi sessuali in voga tra i 17enni... Non è mai finita!

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    1. Allerta ma defilata è quello che tento sempre di fare. Però non è che riesco sempre :-) Purtroppo lei si confida molto poco quindi mi tocca invadere un po. Quello di essere al loro passo lo trovo un ottimo consiglio ;-)

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  2. Cara Gio, credo proprio che il mestiere di mamma sia un continuo "working in progress". I nostri figlio crescono e anche noi cresciamo con loro e cambia il nostro modo di "accudirli" e si stargli vicino. In questi giorni stavo facendo le tue stesse riflessioni , Michele sta crescendo e il suo carattere, il suo modo di relazionarsi con gli altri è sempre più definito e anche le mie paure di sbagliare qualcosa, di commettere errori, di non essere una brava mamma. Continuiamo ad interrogarci insieme e magari a confrontarci perché forse è proprio questa la chiave giusta per andare avanti. ti abbraccio

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    1. Hai ragione Francesca, il bello di essere mamma in fondo è proprio questo non si è mai abbastanza "grandi"

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  3. quante e belle domande che ti poni e mi poni. Non ho risposte, ma sono certa che chiedersi queste cose sia già un gran passo avanti. Loro imparano a vivere e noi non smettiamo mai. Il confronto è sempre di grande aiuto, per cui grazie.

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  4. La mia bambina è ancora piccola (quasi 4 anni) ma mi capita già di vivere i sentimenti che hai espresso e i dubbi che sono sicura abbia ogni mamma.

    L'amicizia!!! Un gran tormento...se penso alla mia adolescenza!
    Ma ci credi che già ora mia figlia soffre per le amicizie? io la vedo e sento i suoi sentimenti: se prende a cuore un'amichetta e questa (non sia mai!!!) si dedica temporaneamente a qualcun'altra, cerca subito di mettere le cose in chiaro dicendo: siamo tutte amiche! Cioè...come se avesse paura di essere esclusa, eppure è una bambina molto aperta, allegra, con tante iniziative ma pure anche troppo sensibile.

    Ti dico: in passato mi è anche capitato di soffrire un po' nel vedere questi suoi atteggiamenti.
    Poi ho pensato: noi le parliamo e spieghiamo sempre come vanno le cose (anche mio marito ama farle i discorsi) e non potrà che, con la vita e le esperienze, assimilare senza volerlo i nostri insegnamenti.

    Difficile...lo so...Non so fino a quando riusciremo ad avere dei dialoghi aperti con lei. L'adoloscenza, si sa, porta i ragazzi a chiudersi e guai a parlare coi genitori!!!!

    Che dire? un grande in bocca al lupo a tutte noi.
    Un bacio
    Vivy

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    1. Quando sono loro ad aprirsi si ha già mezza soluzione nelle mani!

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  5. Eh che dire, se non che ti capisco perfettamente quando dici che stai cominciando a pensare all'educazione a lungo termine....Anche per me è cosi, la mia primogenita ha ormai 11 anni e non posso che pensare ormai a lei come ad una ragazzina che sempre più, ogni giorno che passa, affronterà le sfide del mondo e mi auguro che le parole "spese" con lei possano rimbalzarle nella testa quando non avrà la mamma vicina a cui chiedere come fare. E' un passaggio critico, e sarà quel momento in cui verificheremo se quello che abbiamo fatto nel recente passato ha prodotto qualche frutto o no, se è stato efficace e sufficiente per lei. Io sono sempre ottimista, ma devo dire che spesso qualche domanda me la faccio. Ad una certa età l'esempio viene surclassato dalla necessità di parlare, e non è detto che questa esigenza la colmino con noi, ma di certo cercherò di pormi in ascolto (come dal titolo del mio blog), consapevole che in alcuni casi l'ascolto sarà messo da parte a fronte delle esigenze quotidiane. Del resto ammettere i propri limiti fa parte dell'educazione no?
    Un abbraccio di solidarietà
    Sara

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  6. Ogni mamma è un crescendo di dubbi e felicità, basta trovare il giusto equilibrio, sono sicura che già una mamma che si fa certe domande sia a metà dell'opera e soprattutto sia sulla strada giusta.
    Essere genitore è il mestiere più difficile del mondo, quando facciamo degli errori pesano sempre come macigni, ma quando facciamo la cosa giusta creiamo una buona base per l'esistenza di qualcun'altra. Vedrai che tutto andrà bene e che la cosa migliore arriverà nel modo più naturale possibile e la costruirai insieme alle tue figlie.
    Un abbraccio

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    1. meno male che sono sulla strada giusta, allora continuo dritta con il mio zainetto di dubbi.

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  7. I miei genitori mi hanno lasciata libera di sbagliare ed è stata una lezione importante.

    Un abbraccio

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    1. Su questo non ho dubbi, il difficile è quel lasciar sempre

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  8. La tua capacità di esprimere quello che penso è quasi spaventosa...
    Io sono sempre stata un'interventista, una che cerca di risolvergli i problemi o per lo meno di parlare parlare parlare fino a quando non si è risolto il conflitto... Ora però mi sto tirando indietro, sto facendo un percorso inverso, sto valutando l'opzione di lasciarli sbattere di naso.
    Non so quale sia la cosa giusta, so che vorrei evitargli dolore, vorrei che crescessero sereni ma allo stesso tempo vorrei che facessero le loro esperienze.
    Ora sono affascinata dalla diversità di approccio che ha Lollo con le persone, con le tue ragazze, con i compagni di classe, con gli adulti. Sta modificando il suo modo di fare e cerca nuovi spazi, ma la tendenza a seguire il 'furbetto' di turno resta, purtroppo. Eppure gli esempi che ha in casa sono l'opposto.
    Rimango confusa. Se hai idee sono aperta a tutto! :-)

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    1. Io sono sicuramente meno interventista, o meglio ho imparato con il tempo pensando che sia necessario ma anche a me piacerebbe tanto parlare e parlare fino a sfinirle con le mie riflessioni ma non sempre sono gradite. Forse lo sono pure ma non lo ammettono e soprattutto non le accettano subito ma solo inseguito quando il problema è meno presente. Ogni mamma vorrebbe evitare dolori e fallimenti dei propri figli ma sono certa che servono.
      Come dice Annalisa nel primo commento allerta ma defilata mi sembra l'atteggiamento giusto per il momento.
      Mi mancateeeee!!

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  9. ahi... a tutto questo ci penso già ora. Soprattutto vedendo il grande, che ha solo 4 anni, che si allontana da me, che ha voglia di giocare da solo e che non sta più interi pomeriggi a disegnare e parlare accanto a me. E ho paura di non riuscire più a entrarci in contatto, in sintonia come eravamo prima.
    O pensando alla sorella che ha solo 2 mesi e che ho paura possa avere con me un rapporto conflittuale e insofferente come io ho con mia madre. Un po' presto per le paranoie? Che casino essere genitori... :-O

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    1. allora non sono sola nei mille dubbi. Vedrai francesca sarà ogni giorno una nuova lezione ;-)

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  10. I tuoi dubbi sono anche i miei. Io (a causa del mio carattere) mi sforzo sempre di fare un passo indietro e di ascoltare senza intervenire. Gli chiedo spesso "come ti sei sentito?" e "tu cosa faresti". Spesso escono risposte diverse da quello che ci aspettiamo, ma è bello vedere come i bambini trovino la LORO strada!

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  11. Ciao Giorgia,
    ti leggo con qualche giorno di ritardo ma non posso fare a meno di notare la data del tuo post e la coincidenza con ciò che ho scritto anche io quel giorno.
    Consigli quindi non ne ho... ma ci possiamo abbracciare virtualmente e sostenerci a vicenda in questa splendida avventura che è il vedere i nostri figli crescere.

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