mercoledì 19 settembre 2012
Educare alla diversità.
Quest'anno, grazie alle maestre di mia figlia, ho avuto il piacere di prendere parte alla decima edizione del Premio Letterario Stefano Gay Taché, l’amico dei bambini. Premio intitolato alla memoria del piccolo Stefano, vittima dell’attentato che colpì il quartiere ebraico di Roma il 9 ottobre 1982. Il bambino venne ucciso davanti alla sinagoga da un commando palestinese. Un iniziativa che prosegue negli anni per non dimenticare.
Ricordare la sua morte è gettare un seme di speranza nelle nuove generazioni affinché mai più si ripetano eventi come questo.
L'iniziativa, indirizzata ai bambini di 4 elementare, prevedeva la lettura di quattro libri di narrativa e la visione di due video di cartoni animati selezionati da un apposita commissione. Durante l'iniziativa, gli autori dei libri e dei video più votati dai bambini hanno ricevuto dei riconoscimenti. La piazza del campidoglio si è vestita, per l'occasione, di bellissimi disegni realizzati dai bambini.
C'erano molte scolaresche chiamate a riflettere, in più modalità di espressione artistica, sui temi del dialogo, della pace e dei valori civili. A farla da padrone è stata la musica, ma non sono mancati momenti di intensità declinati nel segno della lettura, della recitazione e della poesia. Ogni scuola ha ricevuto un melograno simbolo di fratellanza.
Voglio ricordare questi bambini che recitavano Neruda e cantavano Vecchioni e Povia come un bel regalo di compleanno visto che si è svolto in quel giorno!
Sono grata alle maestre per aver aderito a questa iniziativa del comune di Roma perchè tutta la preparazione all'evento e l'evento stesso hanno dato modo ai bambini di riflettere su temi molto importanti.
Sono dell'opinione che bisogna puntare molto sull'educazione dei nostri figli come chiave di volta per un futuro migliore. E' fondamentale intervenire a livello scolastico, educativo e familiare per limitare l'insorgere del pregiudizio che non è innato ma ha un suo fondamento nelle influenze ambientali, sociali e familiari.
L'intera esperienza formativa di ognuno di noi e basata sulla presenza dell'altro. Relazionarsi con gli altri vuol dire entrare in contatto con qualcuno che è diverso da me. La diversità è spesso vista in chiave negativa, ancora oggi la presenza di una persona straniera o portatrice di handicap all'interno di un gruppo genera difficoltà.
Io ho fatto della diversità la mia filosofia di vita, questo bisogno di confrontarmi con il diverso per allargare la mia conoscenza e arricchirmi. Spero di trasmettere questo messaggio alle mie figlie a cominciare dalle piccole cose, mi auguro inoltre che i nostri figli saranno in grado di percepire la "differenza" come un valore una risorsa e un diritto. Va bene lo scontro perchè anch'esso costruttivo ma non la discriminazione. Stimoliamo i nostri figli a pensare con la propria testa e non a dir loro cosa devono pensare, mettiamoli nelle condizioni di porsi domande, insegnamogli a mettersi nei panni altrui io ci provo ogni giorno e non sempre ci riesco!
Tu non sei come me, tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch'io sono diverso, siamo in due
Se metto le mani con le tue
Certe cose so fare io, e altre tu
E insieme sappiamo fare anche di più
Tu non sei come me, son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali
Vuol dire che tutt'e due siamo speciali.
B. Tognolini
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Io metterei la firma sotto ognuna di queste tue parole.
RispondiEliminaSperiamo che la nuova generazione abbia tanto buon senso e tolleranza.
lo spero anche io!
Eliminaottimo, abituare alla diversità e al pensiero critico. Ne abbiamo e ne hanno tanto bisogno
RispondiEliminacome non condividere quello che hai scritto? Mio figlio non va ancora a scuola, mi piacerebbe che nel suo futuro scolastico ci fossero iniziative come questa perchè nel mondo di domani la diversità sarà la regola
RispondiEliminaLa diversità è una richezza e non una minaccia. Più che mai bisogna insegnarlo ai nostri figli, hai ragione su tutta la linea. Certo non è facile...
RispondiEliminano non è facile ma molto dipende da noi.
Elimina"Relazionarsi con gli altri vuol dire entrare in contatto con qualcuno che è diverso da me" e quindi mi arricchisce. Sono buoni consigli cara Giorgia.
RispondiEliminache spero le mie figlie seguiranno
Eliminabellissimo progetto.
RispondiEliminaimportante e formativo
http://nonsidicepiacere.blogspot.it/
Bellissimo post gio! Hai detto bene, educhiamo i nostri figli ad accettare ciò che non e' uguale a noi.
RispondiEliminaOttime parole, tutte da sottoscrivere, la realtà in molti contesti però ha paura di tutto ciò che è, anche solo minimamente, diverso: razza, religione, pensiero, nazionalità. I pregiudizi, ahimè, la fanno da padroni, a volte sembra che molte persone non ne possano fare a meno. Molti invece si sforzano di essere tolleranti pur provando sentimenti contrastamti, almeno fanno degli sforzi. Ho conosciuto troppe persone che fingono tolleranza quando non lo sono affatto, al minimo intoppo dimostrano effettivamente chi sono. Benvengano le buone e utili iniziative se fatte con il sincero desiderio di crescere e rendere matura questa società.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Hai ragione tra il dire e il fare...
EliminaSe un po' più persone la pensassero così il mondo potrebbe essere migliore...
RispondiEliminaMolto bella la poesia finale "Davvero ti son grato/ Perché non siamo uguali/ Vuol dire che tutt'e due siamo speciali." La diversità è una gran cosa, bisogna impararla, accettarla e soprattutto non averne paura.
Tognolini è una garanzia!
Eliminache bella iniziativa e che belle le tue parole.sono i principi che anche io voglio insegnare alla mia piccola...pensa che ho appena scritto un post che finisce proprio con la frase "se educassimo alla tolleranza i nostri figli, magari fra 30 anni il mondo sarà meno schifoso"
RispondiEliminafrancy
vado a leggere...
Eliminamolto bello questo post concordo pienamente!
RispondiEliminaBellissima esperienza,per te e perle tue figlie.
RispondiEliminaNe conosco di simili vissute da amiche qui a Milano, spero di poterne fare diretta esperienza anche io in futuro.
La poesia che hai scelto di Bruno Tognolini per chiudere il post è tra le mie preferite di questo autore :)
Grazia
O mamma mia...la poesia di Tognolini è bellissima....e perfettamente in linea con il mio pensiero. Bellissima l'esperienza che ci hai raccontato. Spero che il prossimo anno quando mio figlio sarà in 4° elementare potrà partecipare anche lui.
RispondiEliminaPosso copiare la poesia da me e linkarti nella mia rubrica?
Si certo! Un saluto
EliminaFatto!!! Se vuoi TI trovi qui!!! http://friendonthemoon.blogspot.it/2013/02/una-dolce-poesia-sulla-diversita.html
EliminaCiao arrivo dal blog di Moonlitgirl. Complimenti per questo meraviglioso spazio virtuale.
RispondiEliminaIn merito a questo post.....
"E' fondamentale intervenire a livello scolastico, educativo e familiare per limitare l'insorgere del pregiudizio che non è innato ma ha un suo fondamento nelle influenze ambientali, sociali e familiari"
Sottoscrivo ogni tua parola e spero vivamente che prima o poi la diversità venga recepita come arrichimento e non come un mondo a parte. Purtroppo però c'è poca tolleranza con i portatori di handicap, luoghi comuni ancora persistono e l'ignoranza è ancora dilagante. In ogni modo bellisimo post. grazie
Grazie a te Antonella per essere assata a dire la tua.
EliminaSpero che le cose cambino e in fretta che l'endicap diventi una ricchezza nella normalità un saluto
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