venerdì 22 marzo 2013

C'era una volta e per sempre

Ritorno al venerdì del libro dopo un periodo di pausa per favi conoscere  un libro al quale tengo particolarmente. Chi mi legge sa che io parlo esclusivamente di libri per bambini, una delle mie passioni, stavolta però faccio con gioia un eccezione per questa "favola non favola". Un c'era una volta senza lieto fine, un argomento che non può lasciarci indifferenti.

Nadia Giannonni, l'autrice del libro, è riuscita con delicatezza a raccontarci un dolore incolmabile. Quel 31 ottobre del 2002 quando a San Giuliano in Puglia la terra tremò portandosi via 27 bambini e la loro maestra. Quel giorno crollarono solo due edifici e tra questi la scuola. Il dolore e i tanti interrogativi trafiggono i cuori, quei bambini non "vivranno felici e contenti" e non ascolteranno più i "c'era una volta". Io sono mamma e non posso pensare di accompagnare le mie bambine a scuola e non andarle più a riprendere. Non posso immaginare lo strazio di una tale perdita. Creature sottratte inspiegabilmente alla vita, bambini che sono, in quanto tali, la vita, la gioia e ancor di più lo sono i figli.

Nadia è riuscita a trovare una strada tra disperazione e rassegnazione scrivendo una favola, perché la cronaca è già stata scritta. Una favola che racconta il viaggio di questi bambini guidati dalla loro maestra attraverso un percorso fantastico dove i bambini esternano le loro emozioni di gioia, tristezza e paura dell'abbandono. Questo mondo incantato nel quale si trovano i bambini serve a ricordarli e a superare parte di quel dolore che neanche una fede di ferro può risparmiarci. L'idea di pensarli come angeli in gita con la loro maestra aiuta quella rabbia per un distacco innaturale. L'autrice ha voluto, con la sua scrittura e la sua fantasia, contribuire al superamento di un'angoscia e all'accettazione del mistero della morte.


Quante riflessioni si potrebbero fare in merito, l'essere umano sa essere così poco razionale da ignorare qualsiasi iniziativa di prevenzione. Se la propria casa non è crollata tutto viene dimenticato e i buoni propositi fanno fatica a trasformarsi in realtà. La tragica vicenda di San Giuliano, con i suoi risvolti umani, mediatici e legislativi non va perduta nella memoria ma soprattutto non vanno dimenticati quei 27 angeli e la loro maestra. Questo libro contribuisce sicuramente a conservarne il ricordo e anche se ognuno di noi vorrebbe che la sofferenza e la morte giungessero con un senso di giustizia queste dolci ed emozionanti pagine fanno dissolvere i netti contorni della rabbia e della disperazione. Un pugno al cuore dato con delicatezza per non dimenticare ciò che molti vorrebbero non ricordare.

Una storia di pura fantasia che Nadia Giannoni ha scritto pensando ai quei bambini e alle loro famiglie che li hanno amati e che hanno vissuto il "gelo dell'anima", il gelo di un pianto di un  bimbo che cerca la propria madre e la sua incapacità di sentirlo e la disperazione di averlo perso. Una favola scritta nel cuore che vi invito a leggere cercando tra le righe l'insegnamento che questi bambini, durante la loro missione speciale, vogliono darci. Vi dico inoltre una cosa che sicuramente gradirete: l'autrice del libro leggerà i vostri commenti e risponderà alle vostre domande qualora voleste fargliene.

Condivido il suggerimento con le amiche di lettura  della Bibloteca di Filippo

29 commenti:

  1. Un libro veramente toccante, profondo e interessante. Accetto questo consiglio letterario con immenso piacere. Intanto complimenti all'autrice.. di vero cuore! Un abbraccio e un bacione!

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  2. Cercherò sicuramente questo libro... perchè come dici l'argomento non può lasciare indifferenti. Grazie della segnalazione.

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  3. Che libro... penso che valga la pena leggerlo, anche solo per ricordare quei bimbi che oggi non ci sono più. Però penso che rimanderò la lettura, mi pare un libro molto tosto!

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    1. No cara Claudia non'ostante l'argomento è un libro dolce e delicato. Narra questa missione speciale di questi 27 bambini come fosse una favola. Certo un po di nodo in gola..

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    2. Grazie per il chiarimento. Sicuramente lo leggerò!

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  4. solo ora mi accorgo del processo di rimozione di questa tragedia...

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  5. Giorgia un ritorno importante al VdL!
    Ho fatto fatica a leggere la tua recensione, peraltro bellissima e intensa, perchè riga dopo riga mi provocava un'angoscia crescente: non riesco ad immaginare come possa esser quello che mia nonna, avendolo provato, chiamava il dolore più grande, quello di perdere un figlio.
    Sicuramente però il libro merita di esser letto e appena avrò smaltito un po' di libri in attesa lo vorrei cercare, è molto importante tener viva l'attenzione sulla memoria di queste tragedie proprio, come dicevi tu, per evitare di dimenticare i rischi che si corrono a non fare tutto il possibile per tutelarsi perchè non accadano più.

    Una domanda per l'autrice, se la riterrà pertinente e avrà voglia di rispondere.
    Ho letto che è psicologa, mi incuriosisce sapere se lo ha scritto da terapeuta o in modo più personale, vorrei chiederle se ha scritto questo libro spinta dal desiderio di indagare specifiche emozioni (che potrebbero essere, immagino, il nostro rapport con quello che sfugge al nostro controllo, insieme al tema della morte delle persone care) in lei, oppure se lo ha fatto pensando di aiutare i lettori a farlo; o in alternativa se ha prevalso l'intento di aiutare la causa della prevenzione toccando le corde più profonde dei lettori.

    Grazie!
    Cì.

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    1. Grazie Caterina per questo commento, hai aggiunto molto alle mie riflessioni scritte.
      Nadia ti risponderà appena possibile.

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    2. Ciao Caterina, con immenso piacere risponderò a tutte le risposte. Nel mio libro, che piano piano sta diventando nostro, c'è una parte di madre e una di terapeuta che si interconnettono inscindibilmente tra loro. Quando è successo il fatto mia figlia aveva più o meno l'età di quei bambini, e la notizia, come è entrata dentro casa mia e quella di tanti altri, mi ha letteralmente gelato. Quel "gelo dell'anima" a cui ha fatto riferimento Giorgia. Io come madre non posso pensare di sopravvivere alla morte di un figlio, ma purtroppo come terapeuta, la realtà qualche volta mi ricorda il contrario. E siccome io credo molto nella potenza delle parole (che utilizzo d'altronde nel mio "mestiere") mi sono illusa che in 150 pagine, il tempo di un libro potessi offrire un'illusione a ognuna di quelle famiglie che hanno perso un figlio. Nel libro comunque qusta tragedia fa solo da sfondo, la si percepisce solo perchè la si conosce. La favola in realtà non è che la storia di ognuno di noi, ognuno ci ritrova un pezzo di sè, e al contempo ci si proietta in un mondo se vogliamo di speranza. Non è un trattato di psicologia, la caratteristica di tutti i miei libri è l'assaporarla attraverso un linguaggio semplice e snello. I miei personaggi, in genere, si riscattano tutti.
      Ciao. nadia giannoni

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  6. Una storia terribile che la letteratura è in grado di rendere memoria. In qualche modo, mentre leggevo, mi è venuto in mente "Il dolce domani".

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    1. rendere memoria credo sia stato l'intento di Nadia. Non ho visto quel film ma sono andata a leggermi qualche riga...

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  7. Un argomento delicato messo in favola, una segnalazione che vale davvero la pena per non dimenticare quella tragedia terribile. Ti ringrazio per aver condiviso la tua recensione così partecipe anche nel gruppo L'amore per i libri.

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  8. A me piacerebbe chiedere all'autrice cosa ne pensano i famigliari delle vittime di questo libro...ovviamente se ha avuto modo di venire in contatto con qualcuno di loro. Hanno letto questo libro?
    Io ho un ricordo strano di quel giorno. Ero A Varsavia, a lezione di Russo, e quella mattina gli studenti e la lettrice mi mostravano la prima pagina di un quotidiano polacco e mi chiedevano: "è in Puglia? In Puglia, dove abiti tu?". Io sinceramente non avevo mai sentito il nome di quel paese e soprattutto ero sconvolta perché in quel periodo non leggevo le notizie dall'Italia. Che strazio

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    1. ho anche io questa curiosità...

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    2. ciao Graziana, ho il piacere di leggere tante curiosità sul mio libro, e nel ringraziare Giorgia per la bellissima presentazione che ne ha fatto, proverò a cimentarmi nelle risposte. Quando è uscito il libro, in occasione della giornata della memoria di San Giuliano, che si celebra ogni 31 di ottobre, ho spedito una copia del libro a ogni famiglia dei bambini, ai familiari della maestra e ai rappresentanti della nuova scuola ricostruita. A ognuno di loro ho inviato una lettera, spiegando le ragioni per cui avevo voluto scrivere questo libro di taglio diverso dalla cronaca, dalla biografia dei bambini che non conosco e non conoscevo: volevo semplicemente rendere quei bambini eterni attraverso una favola. La loro favola. Da non dimenticare. Le reazioni sono state tante, ma tutte di profonda stima e riconoscenza. A loro fa piacere che i loro figli non vengano dimenticati e anche per questo hanno creato un'associazione che tra le altre cose si preoccupare di sensibilizzare le istituzioni rispetto la problematica della sicurezza delle scuole. Mi hanno invitato a San Giuliano e io sono stata lì per il decennale della tragedia. Non vi dico l'emozione. Comunque, quando il libro a fine gennaio è stato presentato presso la biblioteca del Senato, perchè ritenuto di valore simbolico-sociale, è venuto il signor Morelli, padre di una bambina scomparsa e presidente dell'associazione che ha usato parole straordinarie. E'lui stesso una persona speciale, ha creato un'atmosfera nella sala di un'emotività toccante. mi dispiace molto che non abbia potuto invitare tutte/i voi perchè non avevo i contatti. Spero ci sia qualche altra occasione. Io sono sempre disponibile a presentare e parlare del mio libro in qualsiasi posto in cui mi invitano.
      nadia giannoni

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    3. Che bello Nadia, quante emozioni...ma soprattutto mi colpisce il fatto che con la tua storia tu sia riuscita a dare sollievo (fiducia, speranza...non saprei come nominarlo quel sentimento) ai parenti dei bimbi. Un caro saluto

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  9. Dev'essere stato difficile parlare in modo poetico e delicato di un evento così drammatico. Segno certamente il titolo perché ricordare è l'unica cosa che possiamo fare.

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    1. Credo che sia proprio questo il punto di forza di questo libro.

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  10. Grazie a te Nadia per questo scambio. I tuoi racconti rendono il libro ancora più interessante.Non sempre si ha l'occasione di conoscere quello che c'è dietro alle parole di una scrittrice.

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    1. Credo che non ci sia niente di più interessante per me di parlare di quello che viene offerto ai lettori. E' uno scambio meraviglioso e ti ringrazio che me ne hai dato l'opportunità. La cosa che ho constatato da quando ho cominciato a ricevere i primi commenti dei lettori è che tu scrivi un libro pensando di dargli una interpretazione, ma poi te ne giungono tante altre... per cui il libro raccoglie tanti altri significati. Credimi, credetemi, è molto interessante.

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  11. Complimenti all'autrice per avere avuto il coraggio di affrontare un argomento tanto difficile e delicato.

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  12. Come Stima, mi rendo conto di aver in qualche modo rimosso l'avvenimento. Spero che il diffondersi di questo libro e l'associazione dei genitori possano mantenere vivo il ricordo di quei bambini e che rimanga il monito affinchè un fatto del genere non si ripeta

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  13. Tematica molto delicata che, ne sono certa, sarà stata proposta con la massima delicatezza ma in modo efficace. Il libro non lo conoscevo prima di arrivare qui e lo cercherò... Un ottimo strumento per non dimenticare... con la speranza che non si debba più assistere a vicende di questo tipo. Un abbraccio a tutte le famiglie toccate così tragicamente e un grazie all'autrice del libro.

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    1. Ps. bentornata tra noi e complimenti per la bellissima foto che hai usato come testata (si dice così?) del blog. Molto bella.

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    2. Ps del ps: bentornata tra noi del venerdì del libro, volevo dire. Si era capito? ;-)

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  14. Giorgia grazie di avermi taggata. Non avevo mai letto questa recensione e non conoscevo il libro.
    Grazie

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