Quando torno da un viaggio porto sempre con me tanti pensieri, frutto di bilanci, considerazioni, aspettativi e cose ricevute. Una città che avrei voluto "vivere" diversamente, confondendomi di più con i berlinesi e meno con i turisti frettolosi e infreddoliti. Le temperature mi hanno privato di parte della città. Mi è mancata la Berlino dei parchi, la Berlino delle due ruote e i miei "click" notturni.
Però hanno preso forma gli avvenimenti storici che tanto mi avevano colpita nei libri di scuola e approfonditi in seguito. Quel muro che ha separato e distrutto milioni di vite lo abbiamo vissuto in più angoli della città: da quello grigio fuori alla
Topografia del terrore (dove la complessità e la ferocia dell'organizzazione nazista ha dell'incredibile) rimasto così come lo vedevano i cittadini di Berlino est, a quello colorato dell'
East Gallery com'era dalla parte ovest. Questo il tratto che ha più stimolato la mia Canon, una lunga galleria di murales da chiudere nei ricordi.
Difficile spiegare ad un bambino l'atrocità di quella barriera, ma le foto del "Museo del muro" al
Checkpoint Charlie e i delicati racconti di super mamma Giorgia (non io, ma la mia amica) hanno reso possibile "l'impresa" ... nei loro sguardi la prova.
Da bravi turisti abbiamo scattato una foto al personaggio in divisa al presidio militare che segna il passaggio da Berlino Est a Berlino Ovest e calpestato la linea di quel lungo muro immaginando la gioia di quel 9 novembre dell'89 quando abitudini, dolori e restrizioni si sono frantumati insieme alle macerie del muro.