Ed eccovi le due foto che preferisco con le quali partecipo anche all'iniziativa di foto della domenica
Fes
Le concerie della città si trovano ai margini della medina: per allontanare il tremendo fetore Il trattamento delle pelli, un procedimento lungo 20 giorni, rimasto pressoché invariato dal Medioevo. Si scuoiano mucche, capre, pecore e cammelli. Le pelli vengono poi poste in una vasca di acqua e sangue, per rinforzarle.
Per la colorazione le pelli vengono poi immerse nell'urina degli animali e negli escrementi dei piccioni per ammorbidirle.
I conciatori lavorano immersi nelle vasche dei colori naturali: per il giallo si usa lo zafferano, per l'azzurro l'indaco e per il rosso i papaveri. Infine, le pelli sono lasciate asciugare al sole per essere trasformate in borse, lampade o babbucce (pantofole marocchine)
Le condizioni di lavoro hanno generato leggende che rappresentano i conciatori come demoni condannati a una vita infernale.
Accettate l'offerta di un rametto di menta da metere sotto le narici serve a coprire il fetore!
Marrakesh |
Il Marocco mi affascina, soprattutto da quando le mie alunne marocchine me ne parlano con calore ed entusiasmo!
RispondiEliminabello avere diverse culture all'interno di una classe, ascoltare testimonianze e racconti è arricchimento per tutti gli studenti.
Elimina...rametto? mi sa che sradico una pianta!
RispondiEliminadev'essere stato un viaggio straordinario quello che racconti. e credo tu l'abbia fatto con lo sguardo più bello :0)
per lavoro, ho conosciuto alcuni marocchini: persone stupende.
infatti un rametto non era affatto sufficiente! :-(
Eliminase chiudo gli occhi risento quel fetore indescrivibile mischiato all'odore di menta che quasi avevo infilato nelle narici per difendermi......però che bel ricordo questo viaggi con le sue meraviglie, i mercatini e la sua gente! Antonella
RispondiEliminaRicordi che porteremo con noi..
EliminaAdoro i racconti di viaggio e le foto! Grazie per aver condiviso un pochino della tua avventura!!!
RispondiElimina...grazie a voi per aver apprezzato.
EliminaAnch'io ricordo l'odore tremendo vicino le concerie, ma anche il profumo di legno di sandalo, i venditori di acqua, i tappeti e i caftani ricamati. Ci sono stata due volte, molti anni fa. Chissà se adesso è ancora bello come allora.
RispondiEliminaAdesso che ci penso un altro odore forte nei miei ricordi... il cumino!
EliminaChe bello! Ricordo quando ero piccola e prendevo l'album polveroso del viaggio in Russia di mio padre per farmelo raccontare! Per questo stampo sempre le mie foto e faccio scrapbooking... toccare le foto, mettersi l'album sulle ginocchia e raccontare... questo è il senso di una foto e ancor di più se lo si fa coi propri figli!
RispondiEliminaSono d'accordo con te le foto bisogna sfogliarle. Le mie figlie adorano questo momento e io con loro
EliminaAltro che foto digitali salvati in cartelle! Io sono pazza per gli album, ci metto tutta la mia fantasia, ci scrivo di tutto e adoro averli a disposizione senza dover accendere il pc!
RispondiEliminaGrazie per esser passata nella mia tana.
RispondiEliminaDavvero belle queste foto, ed interessante la storia che raccontano.
Un caro saluto e buona giornata!
Mopo
Che esperienza vedere queste vasche piene di colore e immagino la stretta al cuore che hai provato guardando i conciatori e le loro condizioni di lavoro..
RispondiEliminaUn bacio
Francesca
http://thetraveldiaryblog.blogspot.com
Passa da me! Ho un premietto per te!
RispondiEliminaAppena vista la foto mi sono ricordata di un bel docu in cui facevano vedere la concia e la tintura delle pelli, non fa' strano vedere come in certi paesi il tempo sembra essersi fermato ?
RispondiEliminaBelle le foto! Mi fanno venire voglia di fare un viaggio da quelle parti. Ricordo ancora quando un amico anni fa mi raccontava delle concerie nelle vasche di pietra... E anche della puzza!!! :)
RispondiEliminaMi piacerebbe vedere tutto l'album di foto, se hai un link...